Salta la navigazione

ASST Bergamo Ovest

Comunicati stampa

Nasce La “Fragility Fracture Unit”

Data di pubblicazione: 04/09/2024

All'Ospedale Di Treviglio-Caravaggio nasce La “Fragility Fracture Unit”, un servizio di eccellenza per pazienti con fratture da osteoporosi

 

 

"Sono scivolata e cadendo mi sono rotta il femore". Ma chi è il vero colpevole della frattura? La caduta o il cedimento dell'osso indebolito dall'osteoporosi?

 

In prima battuta non è sempre facile dirlo perché l'osteoporosi è una minaccia silente: una malattia dell'apparato scheletrico che deteriora la micro-architettura del tessuto osseo, aumentandone la fragilità.

 

Ma allora, come fare prevenzione per ridurre l'eventualità di nuove fratture? E come curare al meglio i pazienti?

La risposta arriva dall'apertura del nuovo servizio multidisciplinare “Fragility Fracture Unit” dell’ASST di Bergamo Ovest, presso l’ospedale di Treviglio-Caravaggio.

“A partire da settembre - spiega il Giovanni Palazzo, Direttore Generale dell'ASST Bergamo Ovest - l’ASST Bergamo Ovest metterà a disposizione della popolazione un servizio dedicato di gestione delle persone fratturate con osteoporosi. Il nuovo Centro potrà prendere in carico i pazienti con diagnosi di frattura da fragilità ossea fin dal momento del loro arrivo in Pronto Soccorso e un'equipe multidisciplinare di specialisti guiderà il paziente lungo un percorso di cure articolato nel tempo. Nato presso l'Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell'Ospedale, questo nuovo servizio d'eccellenza si avvale delle competenze dei diversi medici specialisti aziendali che ruotano attorno alla gestione del paziente fratturato e la collaborazione permetterà l’ottimizzazione di percorsi specifici per la cura e la riabilitazione degli infortunati, solitamente over 65. Ringrazio i professionisti promotori di questa iniziativa, il dott. Raymond Klumpp, Direttore della SC Ortopedia e Traumatologia e la dott.ssa Giuseppina Resmini, medico ortopedico con pluriennale esperienza nella gestione delle malattie metaboliche dell’osso e osteoporosi”

 

Vivere a lungo, ma soprattutto vivere bene, senza limitazioni dell'autonomia personale, è un obiettivo che porta in primo piano la prevenzione e la cura dell'osteoporosi. E, purtroppo, siamo di fronte a una vera e propria emergenza di salute pubblica, destinata a crescere nei prossimi anni a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.

 

Secondo il Ministero della Salute, nel corso della vita, circa il 40% della popolazione incorre in una frattura di femore, vertebra o polso, in maggioranza dopo i 65 anni. E si stima che in Italia l'osteoporosi colpisca circa 5 milioni di persone, di cui l'80% sono donne in post menopausa.

 

Il nuovo servizio multidisciplinare “Fragility Fracture Unit” dell'ospedale di Treviglio-Caravaggio, facendo da apripista nell'ambito della Sanità italiana, ha lo scopo di rispondere concretamente e con la massima efficienza ai bisogni sanitari del numero sempre crescente di soggetti fratturati per fragilità ossea del nostro Paese.

 

Offre quindi un percorso ideale e virtuoso per ogni paziente fratturato, sia in fase acuta, sia riabilitativa. Un percorso strutturato a priori, grazie all'esperienza degli specialisti dell'ospedale, nel quale il paziente sarà inserito automaticamente al suo primo arrivo in Pronto Soccorso. L’accesso potrà avvenire anche tramite gli ambulatori già attivi oltre che mediante gli appositi percorsi interni.

 

Questo rappresenta un passo ulteriore rispetto alla presa in carico avanzata del paziente con osteoporosi e malattia del metabolismo osseo.

 

 

L'OSTEOPOROSI

 

I fattori di rischio-osteoporosi sono diversi.

Tra loro troviamo l'età, il sesso femminile, la menopausa, l'abitudine a fumo e alcol, alcune terapie come per esempio il cortisone, i malassorbimenti intestinali, il basso peso corporeo, l'amenorrea prolungata, cioè l'assenza di ciclo mestruale per periodi superiori a tre mesi, la familiarità. Ma oggi, la disponibilità di trattamenti diversi consente di personalizzare l'intervento di prevenzione o terapia con grande efficacia.

 

Le fratture più frequenti sono quelle delle vertebre, del femore e del polso. Di fatto, fino a che non si verifica una frattura, l'osteoporosi è una malattia silente, per cui può essere facilmente sotto-diagnosticata e quindi sotto-trattata.

 

Ma come si diagnostica l'osteoporosi?

Con un esame semplice da effettuare, detto “Mineralometria Ossea Computerizzata” o, più comunemente, MOC, che misura la densità dell'osso. Solitamente, tale esame analizza i due siti scheletrici più rappresentativi: la colonna lombare e il femore. Negli ultimi anni, alla densitometria classica, si è affiancato un altro dato che si può ottenere durante l'esecuzione della MOC, detto 'punteggio trabecolare' (Trabecular Bone Score, TBS), che è un parametro che fornisce informazioni sulla struttura interna a livello delle vertebre e aiuta a valutare in maniera più completa la resistenza dello scheletro.

 

Prevenzione innanzitutto, ma come?

Soprattutto le donne, colpite da osteoporosi in rapporto di 4 a 1 rispetto ai maschi, devono fare prevenzione arricchendo la massa ossea fin dall'adolescenza, periodo di formazione della struttura scheletrica. Un ruolo primario nell'ambito della supplementazione è rivestito dalla vitamina D, fondamentale nel regolare l'equilibrio fosfo-calcico. La vitamina D promuove l'assorbimento di calcio e fosforo a livello intestinale. Il calcio, fondamentale per combattere le fratture, viene assunto con la dieta (latticini, pesce, verdure, frutta secca, acqua ecc.). Qualora insufficiente, si possono usare supplementi a base di calcio.

 

E poi, comunque, ci sono i trattamenti farmacologici preventivi o terapeutici.

La pillola estroprogestinica in pre-menopausa, quando c'è un'iniziale perdita scheletrica, sembra proteggere la massa ossea. E la terapia ormonale sostitutiva in menopausa, se iniziata come da linea guida entro i 60 anni di età o nei primi 10 anni dopo l'inizio della menopausa, è in grado di prevenire l'osteoporosi e le fratture correlate. Altra classe di farmaci sono i modulatori selettivi del recettore estrogenico (SERMs), che agiscono come un estrogeno sull'osso e come un antiestrogeno su altri tipi di organi come la mammella. I SERMs possono ridurre il rischio di sviluppare osteoporosi e fratture.

In ogni caso, i bisfosfonati continuano a fare la parte del leone, infatti, il trattamento più diffuso è rappresentato proprio dai bisfosfonati, farmaci di efficacia e sicurezza ormai assodata, in grado di bloccare la perdita ossea e ridurre il rischio di frattura. I bisfosfonati possono essere assunti con somministrazione quotidiana, settimanale, mensile o annuale. E oggi sono disponibili anche nuove formulazioni volte ad aumentare l'aderenza del paziente alla terapia, aspetto essenziale per assicurare l'efficacia del trattamento.

Un'altra molecola di grande impatto positivo è il Denosumab, somministrato per via sottocutanea ogni sei mesi, che assicura una riduzione significativa del rischio di frattura. Un prodotto, inoltre, che stimola la formazione di nuovo osso è il Teriparatide, da somministrare una volta al giorno per via sottocutanea. In ogni caso, per potenziarne l'efficacia contro le fratture, si raccomanda di associare ai diversi farmaci per il trattamento dell'osteoporosi un adeguato apporto di calcio e di vitamina D.

Copyright © 2006 Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Bergamo Ovest. - C.F. e P.IVA 04114450168
XHTML 1.0WAI-AA