Piano formazione congiunta 2015 Associazione Cure Palliative - ASL di Bergamo
CONVEGNO
“Continuità terapeutica e assistenziale in cure palliative nell’integrazione Ospedale-Territorio”
L’Associazione Cure Palliative, in collaborazione con l’ASL di Bergamo, si fa promotrice di 3 Convegni - Bergamo, Vertova e Treviglio (27/04), nel rispetto delle specificità di ogni territorio coinvolto dalla rete di cure palliative. L’oggetto della proposta consiste in eventi, accreditati ECM, strutturati ciascuno in quattro sessioni: due mattutine (relazioni e gruppi di lavoro) e due pomeridiane (gruppi di lavoro e restituzione/conclusioni), per un totale di 8 ore complessive cadauno.
Target orientativo: 120-200 persone circa per ciascun Convegno, di cui 20 operatori
hospice, 60 tra ADI e RSA, 20 provenienti da aziende ospedaliere pubbliche e private, 10-
15 ASL, 10-15 MAP, 10-15 volontari, per un totale di circa 500 operatori coinvolti.
Responsabile Scientifico: Michele Fortis
Programmi
Bergamo, martedì 14 aprile 2015 8.30-10.30
- Saluti e introduzione: Arnaldo Minetti (ACP) e Maria Adele Giarolo (ASL)
- Ospedale, territorio e cure palliative simultanee: Michele Fortis
- Assistenza domiciliare integrata e cure palliative: Lorena Zanardi
- Prendersi cura del paziente e dei suoi famigliari: Marco Pesenti
- Per un’integrazione delle discipline e delle pratiche di cura: Marco Zanchi
BREAK
11.00 - 13.00
Gruppi di lavoro sui temi delle relazioni – STUDI DI CASO
Brain storming
PAUSA PRANZO
14.00 - 15.30
Gruppi di lavoro sui temi delle relazioni – STUDI DI CASO
Sistematizzazione
15.30 - 17.30
Restituzione dei gruppi di lavoro
TAVOLA ROTONDA
Conclusioni con indicazioni emerse dai gruppi di lavoro
Vertova, martedì 21 aprile 2015
8.30 - 10.30
- Saluti: Melania Cappuccio
- Introduzione: Arnaldo Minetti (ACP) e Maria Adele Giarolo (ASL)
- Ospedale, territorio e cure palliative simultanee: Michele Fortis
- Assistenza domiciliare integrata e cure palliative: Lorena Zanardi
- Prendersi cura del paziente e dei suoi famigliari: Marco Pesenti
- Per un’integrazione delle discipline e delle pratiche di cura: Marco Zanchi
BREAK
11.00 - 13.00
Gruppi di lavoro sui temi delle relazioni – STUDI DI CASO
Brain storming
PAUSA PRANZO
14.00 - 15.30
Gruppi di lavoro sui temi delle relazioni – STUDI DI CASO
Sistematizzazione
15.30 - 17.30
Restituzione dei gruppi di lavoro
TAVOLA ROTONDA
Conclusioni con indicazioni emerse dai gruppi di lavoro
Treviglio, lunedì 27 aprile 2015
8.30 -10.30
- Saluti: Riccardo Valente
- Introduzione: Arnaldo Minetti (ACP) e Maria Adele Giarolo (ASL)
- Ospedale, territorio e cure palliative simultanee: Michele Fortis
- Assistenza domiciliare integrata e cure palliative: Lorena Zanardi
- Prendersi cura del paziente e dei suoi famigliari: Marco Pesenti
- Per un’integrazione delle discipline e delle pratiche di cura: Marco Zanchi
BREAK
11.00 - 13.00
Gruppi di lavoro sui temi delle relazioni – STUDI DI CASO
Brain storming
PAUSA PRANZO
14.00 - 15.30
Gruppi di lavoro sui temi delle relazioni – STUDI DI CASO
Sistematizzazione
15.30 - 17.30
Restituzione dei gruppi di lavoro
TAVOLA ROTONDA
Conclusioni con indicazioni emerse dai gruppi di lavoro
CORSO
“Garantire continuità terapeutica e assistenziale in cure palliative nell’integrazione Ospedale-Territorio: la collaborazione interprofessionale in cure palliative”
L’ACP con l’ASL di Bergamo si fa promotrice di un corso, ripetuto per 3 edizioni (con gli stessi contenuti, tempi e metodologie), strutturato in quattro sessioni formative pomeridiane, di 4 ore ciascuna, per un totale di 16 ore formative, accreditato ECM. Target: 25 operatori per edizione, professionisti della cura (medici specialisti, MAP, infermieri, ASA/OSS, psicologi, educatori, operatori dei servizi, volontari) per un totale complessivo di 75 persone.
Responsabile Scientifico: Michele Fortis
Conduttori: Marco Zanchi e Marco Pesenti, affiancati da figure specialistiche.
Modalità di reclutamento:
La composizione di ciascun gruppo sarà articolata per professionalità e contesto di appartenenza (area geografica e rete dei servizi – CeAD di appartenenza etc.). La composizione dei gruppi sarà valutata dai formatori e dai referenti degli enti di appartenenza dei soggetti coinvolti, coordinata dall’ASL e condivisa dall’ACP.
Obiettivi:
Key words: cure palliative; accompagnamento; fine vita; identità professionali; procedure; dolore; sedazione palliativa; territorio/rete dei servizi.
L’obiettivo principale del corso è sostenere i processi d’integrazione delle professionalità, dei servizi e delle presenze che ad essi si accompagnano. Quest’integrazione è da perseguire dentro e fuori le strutture residenziali, dentro e fuori le famiglie, all’interno o attorno ai servizi in genere, per giungere a una costruzione condivisa sia del senso della rete dei servizi, sia delle pratiche in essa contenute.
Il corso è teso a tracciare traiettorie operative, da costruire insieme, con uno stile in cui è centrale la dimensione dell’ascolto reciproco, grazie al quale ciascun professionista potrà riconsiderare il proprio ruolo alla luce dei contributi di tutti gli attori della scena della cura presenti. Sarà per questo centrale presidiare il reclutamento dei partecipanti, garantendo una rappresentazione ampia dei professionisti indicati nel target di riferimento proposto.
L’eterogeneità dei destinatari di questa serie d’incontri formativi rispecchia:
- la volontà di coinvolgere quante più figure possibili tra coloro che sono preposti a garantire la continuità delle cure sul territorio;
- la necessità di costruire luoghi di condivisione in cui far convergere la molteplicità dei punti di vista e la varietà dei registri linguistici, dei mandati professionali e delle loro implicazioni operative, rispetto ai diversi ruoli che ciascuno incarna.
L’incontro del modello culturale e organizzativo sanitario con quello socio-assistenziale insito nella rete, infatti, si traduce spesso in incomprensioni e fatiche organizzative, anche significative.
Pare in tal senso fondamentale alimentare un atteggiamento capace di assumere uno sguardo non predeterminato, in grado di cogliere le difficoltà di ciascun operatore nel declinare i propri obiettivi. Occasioni formative di questo tipo possono aiutare, non tanto a trovare soluzioni, quanto a mettere a fuoco innanzitutto ciò che sta accadendo, prima di ciò che può accadere.
Assecondare la necessità di rispondere solo operativamente alle urgenze, dettate dalle incalzanti richieste poste alla rete, rischia di privilegiare un modus operandi in cui il fare diventi, da una parte, l’apparente soluzione ai problemi, dall’altra, un dispositivo prevalentemente protettivo.
Il corso sarà l’occasione per sperimentarsi in ipotesi riflessive nuove, da cui far discendere linee operative condivise, dapprima all’interno del gruppo e, di seguito, all’interno dei servizi di appartenenza, in una logica di progressiva uniformazione delle pratiche, nel rispetto della specificità di ogni contesto di appartenenza.
Metodologia
Il percorso formativo alternerà momenti di attività didattiche di tipo frontale a momenti laboratoriali di carattere più narrativo, grazie ai quali si raccoglieranno le criticità per costruire su di esse le proposte formative, avvicendando lavori in piccoli gruppi e rielaborazioni in plenaria, in cui sarà decisivo l’apporto di ciascuno e la sintesi garantita dai conduttori.
Il nostro proposito nell’accompagnare il gruppo sarà aiutarlo a individuare modi possibili e nuovi con cui fare memoria di ciò che di buono si sta facendo, trasformando in esperienza le corrette pratiche di ciascuno, imparando a guardare alle nicchie d’eccellenza non come a esperienze isolate, bensì a forme possibili ed esportabili, così come predisporre e avvalorare altre modalità di organizzazione interne ai servizi già sperimentate con successo.
Contenuti del corso (4 pomeriggi, da 4 ore ciascuno):
1. Primo incontro: Cure palliative, rete e continuità di cura
Key words: cultura della palliazione, ospedale e territorio, l’équipe di cura, ruoli, funzioni, buone prassi, integrazione, sistema esperto.
La serialità dei gesti e delle procedure parcellizza i contesti di lavoro in una moltitudine di frammentati che richiedono un faticoso lavoro di ricomposizione per essere ristrutturati in un quadro unitario. La rete può divenire un dispositivo di ricomposizione anziché di frammentazione dei legami sociali e delle pratiche di lavoro:
- Definire ruoli e funzioni degli operatori: evitare confusioni di ruolo, alimentare
integrazioni virtuose, etc.
- Definire buone prassi attraverso pratiche di lavoro che coinvolgano i nodi della rete, le reciproche responsabilità e implicazioni, con percorsi condivisi.
- Agire coerentemente con il proprio ruolo, tenendo conto dell’intera struttura del sistema in cui si è inseriti.
- Declinare la competenza specialistica del singolo affinché il sistema divenga esperto e agisca coerentemente con gli assunti di base del nuovo welfare.
- Rileggere la propria identità professionale secondo una logica in costante evoluzione dei setting di cura e organizzativi.
2. Secondo incontro: Procedure e prassi
Key words: dimissioni protette, ADI/ADI CP, simultaneous care, sedazione palliativa,
prescrizioni, idratazione, nutrizione. La presa in carico dei pazienti in fine vita obbliga gli operatori della cura appartenenti a diversi specialismi e a diversi contesti organizzativi a confrontarsi e coordinarsi nella definizione del piano di cura e nella sua declinazione operativa, in continua evoluzione:
- Incentivare una maggiore intesa operativa tra medici ospedalieri, MAP e gli operatori del territorio in genere nell’accompagnamento in entrata e in uscita dei malati e dei loro famigliari.
- Simultaneous care: condivisione delle procedure di attivazione e gestione delle cure.
- Quali procedure attivare, quali step operativi seguire nella costruzione del piano di cura, nel suo sviluppo concreto, quali figure coinvolgere.
- Occuparsi del dolore del paziente: prescrizioni, sedazione palliativa, idratazione, nutrizione parenterale, presidi, farmaci, terapie analgesiche complementari, gestione degli effetti collaterali della terapia.
- Come facilitare processi di consapevolezza rispetto al ruolo individuale nelle scelte operative, evidenziandone l’imprescindibile risvolto etico, per il quale si rende necessaria una adeguata formazione.
3. Terzo incontro: Lo spazio della domanda, comunicazione, relazione e pratiche
di cura
Key words: relazione, comunicazione, pazienti, care giver, dolore, burn out, qualità di cura, qualità di vita, conflitto, condivisione delle scelte. Uno degli aspetti centrali dei percorsi di cura in fine vita è l’alto livello di stress vissuto all'interno della complessità terapeutica e organizzativa da parte di tutti i care giver, famiglia e volontari compresi. Per tale ragione, è centrale favorire spazi di pensiero in cui tutti gli operatori, interrogandosi sui significati emergenti nelle pratiche di cura, possano assumersi non solo la responsabilità del proprio ruolo professionale, ma anche quella del proprio
benessere.
- Prendersi cura del paziente e dei suoi famigliari.
- Occuparsi del dolore del paziente: la professionalità come competenza clinica e continua. Alimentare approfondimenti e costruzione di competenze nella elaborazione di un'apertura etica nella prassi quotidiana.
- L'équipe come luogo di condivisione e costruzione di decisioni terapeutiche e di pratiche funzionali al benessere di tutti i soggetti coinvolti nella cura.
- Valorizzazione della presenza del volontario all’interno dell’équipe di cura. Specifico di ruolo e riconoscimento di un apporto umano significativo.
4. Quarto incontro: Identità professionali alla prova del cambiamento: verso una
integrazione delle discipline e delle pratiche di cura.
Key words: identità professionale, discipline, integrazione, modelli di welfare, medicina primaria, medicina specialistica, modelli cooperativi, benessere individuale e di gruppo.
Il veloce cambiamento organizzativo dei nuovi modelli di welfare obbliga gli operatori a un costante ridisegno del proprio paradigma professionale, nella complessa integrazione dei ruoli e dei carichi di cura.
- Raccogliere le percezioni, i vissuti di fatica legati al cambiamento, i desideri e le attese evolutive insite nelle personali rappresentazioni di ruolo.
- Garantire un’adeguata condivisione delle proprie storie professionali, alla luce dei cambiamenti organizzativi in atto.
- Lavorare sui dispositivi possibili per alimentare il benessere.
- Permettere la comprensione dei modelli dell’assistenza e della cura, residenziale e domiciliare, del modello dell’assistenza domiciliare integrata, così come del rapporto tra medicina per acuti e nuovi modelli della medicina primaria, tra coerenze e contraddizioni organizzative.
- Condividere una corretta definizione della figura chiave del case manager per la continuità di cura, alla luce delle ultime direttive regionali.
CORSO UNIVERSITARIO
Responsabile Scientifico: Michele Fortis
Tutor d’aula: Roberta Bova:
Il corso intende illustrate le basi socio-antropologiche delle interazioni collaborative nei percorsi di cura e assistenza e fornire strumenti cognitivi e relazionali per la gestione di setting lavorativi in ambito sociosanitario e, in particolare, nei percorsi di cure palliative. La letteratura scientifica ha ampiamente mostrato come la collaborazione interprofessionale non sia il risultato di predisposizioni individuali o di specifici profili caratteriali, come molto spesso si è portati a pensare. L'espressione "essere una persona collaborativa" rende conto di tale idea. Numerosi studi hanno al contrario illustrato come le dinamiche collaborative siano connesse a variabili di ordine psicosociale e organizzativo, che agiscono influenzando, in modo positivo o negativo, la predisposizione antropologica al lavorare insieme che gli esserI umani possiedono in quanto "animali sociali".
Il corso intende analizzare tali varabili, esplicitandone gli effetti sulle pratiche collaborative quotidiane e contribuire ad incrementare e consolidare le "competenze collaborative" dei partecipanti, affinché questi ultimi possano a loro volta diventare promotori della collaborazione nei relativi contesti di lavoro.
Il corso si articola in 5 incontri, ciascuno della durata di 5 ore. Per esplorare la complessità della tematica negli incontri saranno previsti sia momenti seminariali, in cui saranno analizzati specifici aspetti delle dinamiche collaborative in cure palliative, sia attività esperienziali per facilitare l'apprendimento individuale e il processo di trasferimento delle conoscenze nella pratica professionale quotidiana. Sarà inoltre incentivata la coesione sociale del gruppo in formazione attraverso specifiche metodologie di tipo partecipativo, al fine di stimolare la costituzione di una comunità di pratica competente in merito alle dinamiche collaborative.
- 21 ottobre 2015: “Simboli e rituali della collaborazione interprofessionale nelle pratiche di cura” Prof. Roberto Lusardi
- 28 ottobre 2015: “L'egemonia della cultura medica e le criticità del Simultaneous Care Model” Dr. Michele Fortis
- 18 novembre 2015: “Dinamiche organizzative, coordinamento e collaborazione nei servizi sociosanitari” Dott. Giancarlo Traini
- 25 novembre 2015: “Il dolore della fine nell'epoca della fine del dolore. Riflessioni sul vivere e sul morire nelle organizzazioni sanitarie e nella società” Inf. Consuelo Rota, Prof. Guido Giarelli
- 2 dicembre 2015: “La cura del Soggetto in Cure Palliative” Dott. Marco Pesenti