Si è svolta questa mattina, alla presenza dei rappresentati dei tre enti, la conferenza stampa per la presentazione del progetto denominato “Immobile Ex Ospedale di Martinengo: individuazione di azioni comuni volte alla valorizzazione dell’immobile”.
L’ex ospedale di Martinengo, di proprietà dell’Azienda Ospedaliera di Treviglio, per la sua collocazione, nel centro storico, e per i volumi che lo caratterizzano, rappresenta un elemento urbanistico di enorme rilievo per Martinengo.
A seguito dello svuotamento delle sue funzioni originarie, l’immobile si è progressivamente degradato e caratterizza, ora, in modo negativo una parte importante del centro storico.
Da qualche anno, ormai, si parla con insistenza del concetto di valorizzazione degli immobili pubblici; anche le più recenti normative offrono strumenti e facilitazioni per la predisposizione di un adeguato piano di valorizzazione degli immobili. Nella fattispecie, l’operazione vedrà muoversi congiuntamente il Comune e l’Azienda Ospedaliera, consentendo la massimizzazione dei reciproci interessi.
Alla luce di tale normativa il sindaco di Martinengo, Paolo Nozza, ha assunto il ruolo di promotore per la definizione di un “percorso di valorizzazione concordato”.
Tale percorso prende le mosse dalla firma di un protocollo d’intesa tra il Comune, che ospita l’immobile, e l’Azienda ospedaliera di Treviglio, che ne è la proprietaria.
Il percorso delineato dal protocollo d’intesa definisce i reciproci ruoli ed impegni, e prevede il supporto scientifico dell’Università degli Studi di Bergamo per la definizione delle diverse opzioni percorribili per una più efficiente valorizzazione.
La procedura concordata tra le parti prevede, altresì, l’avvio di due consultazioni pubbliche via web:
- la prima, rivolta ai cittadini, servirà per la definizione delle eventuali funzioni pubbliche da ricollocare nell’immobile. L’Università creerà ad hoc un questionario da sottoporre ai cittadini con risposte chiuse; al termine l’analisi del sondaggio on line, servirà come linea guida per individuare la destinazione più gradita;
- la seconda, rivolta agli operatori privati, punterà sulla definizione di un assetto di valorizzazione che possa essere remunerativo, ma al tempo stesso, possa reggersi su un piano finanziario equilibrato e sostenibile.
Le risultanze delle due consultazioni saranno poi rielaborate dall’Università degli Studi di Bergamo e costituiranno la base di lavoro della conferenza di servizi istituzionali che, con un accordo di programma conclusivo, definirà lo scenario finale e la relativa variante urbanistica.
“Si tratta di un approccio moderno, di cui ci sono pochissimi esempi a livello comunale - afferma il Sindaco di Martinengo, avv. Paolo Nozza - Il vantaggio del ricorso al PUVAT (Programmi Unitari di Valorizzazione del Territorio) è di delineare un percorso condiviso con gli operatori del settore, per evitare quelle operazioni di dismissione del patrimonio che falliscono tristemente con aste deserte, perché manca una concreta progettualità o perché totalmente sbilanciate verso il pubblico, senza tenere in considerazione in alcun modo la necessaria redditività dell’intervento per il privato. Riteniamo, con quest’ operazione, di fare un po’ da pionieri”.
“La proposta del Comune di Martinengo ci ha immediatamente interessato, soprattutto per il percorso tracciato, che promette tempi certi e concrete possibilità di riuscita, anche in considerazione del coinvolgimento immediato degli operatori nella definizione della migliore cornice, aggiunge dr. Cesare Ercole, Direttore Generale A.O. Treviglio. Valorizzazione non significa necessariamente dismissione. Le formule giuridiche che vedono il coinvolgimento dell’operatore privato sono moltissime. Ecco perché abbiamo ritenuto di coinvolgere l’Università di Bergamo, che in posizione di terzietà e autorevolezza scientifica, potrà aiutarci a delineare l’opzione migliore”.
Di contro l’Università degli Studi di Bergamo ha accolto con entusiasmo la proposta di collaborazione perché, come spiega il prof. Remo Morzenti Pellegrini, Prorettore delegato ai Rapporti con Enti e Istituzioni pubbliche del territorio “rappresenta un’occasione di collaborazione interistituzionale dove l’Università mette volentieri a disposizione del territorio le competenze di cui dispone per favorire percorsi di rigenerazione urbana volti a una crescita di qualità per la realtà bergamasca”.
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